Antonio Gianfelici (Specialista in Medicina dello Sport)
Corrado Morandini (Preparatore Atletico)
Nonostante sia stato introdotto alle Olimpiadi solo recentemente, il Badminton ha radici antichissime ed è unanimemente considerato il primo sport di racchetta mai praticato. Le prime tracce del gioco sono state trovate su vasi cinesi risalenti al 500 a.C., con la raffigurazione di giovani intente a divertirsi con delle racchette in legno con le quali colpivano palline con infilate ad una estremità delle piume, anche se sembra che inizialmente il gioco consistesse nel colpire il volano con i piedi. Circa 2000 anni fa il gioco di racchetta e volano era praticato, oltre che in Cina, anche in India e in Grecia. Il gioco del volano arriva in Europa attorno al 1870, sbarca in Inghilterra importato dai soldati inglesi impegnati in India. Sempre in Inghilterra, pochi anni dopo, il badminton ha acquisito l’attuale nome. Il duca di Beufort era solito praticarlo con i suoi ospiti e le sue figlie nella sua residenza di Badminton, nel Gloucestershire.
La Federazione Internazionale Badminton è stata fondata nel 1934 da 9 membri: Canada, Danimarca, Inghilterra, Francia, Irlanda, Olanda, Nuova Zelanda, Scozia e Galles. Il numero degli stati membri è cresciuto lentamente per anni, per poi esplodere dopo il debutto del Badminton alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992 (era già stato sport dimostrativo alle Olimpiadi di Monaco nel 1972 e a Seoul nel 1988) 1.
Il Badminton compare in Italia negli anni ’40. Nei primi anni ’60, si comincia a diffondere la pratica in maniera non omogenea. Riccardo Simonetti, appassionato di Padova, crea una Federazione Italiana che si affilia all’IBF. Merano e Bolzano sono altri due centri vitali della propagazione dello sport del volano. Il 16 giugno 1974 è una data storica: il Cavalier Aurelio Chiappero scrive al Coni, dichiarando la sua intenzione di costituire “la federazione Italiana del Volano”. Nel 1976 si costituisce l’Associazione Italiana Badminton, che accoglie poi lo squash, trasformandosi in A.i.B.S. (Associazione Italiana Badminton e Squash). Un anno dopo si svolgono i primi campionati italiani. Nel 1978 una rappresentativa azzurra è presente ai Campionati Europei. Il 24 marzo 1985 viene approvata la separazione dei due sport e la trasformazione dell’associazione nella “Federazione Italiana Badminton”, sotto il patrocinio della Federazione Italiana Tennis 2.
Il badminton si gioca su un campo di superficie sintetica delle dimensioni di 13.4 x 6.1 metri, con una rete centrale di 1.5 m di altezza, molto simile a quella della pallavolo. Le partite si giocano al coperto, in singolo e in doppio che può essere, raro esempio, anche misto. La forma della racchetta, molto leggera ed oblunga, ha un caratteristico piatto centrale molto piccolo, capace di imprimere al volano altissime velocità (fino a 290 km/h) ed accentuate angolazioni. Il match si svolge al meglio dei tre giochi, salvo diversamente stabilito e vince chi arriva per primo a 21 punti 2,3. Nel corso del 2006, si è avuta una variazione dell’assegnazione dei punti, passando dal sistema del cambio palla a quello chiamato “rally system point”.
Dal punto di vista della classificazione biomeccanica delle attività sportive, il Badminton si colloca tra le discipline aerobiche-anaerobiche alternate, con percentuale di massa muscolare impegnata elevata e forza muscolare distrettuale richiesta discreta. Mentre dal punto di vista cardiologico, esso è classificato come un’attività sportiva con impegno cardiocircolatorio medio elevato, caratterizzata da rapidi e numerosi incrementi, anche massimali, della frequenza e della gettata cardiaca 3,4.
Match Analysis
Il badminton è un’attività sportiva caratterizzata da scambi di bassa durata a moderata ed alta intensità, intervallati da periodi di recupero, come avviene in altri sport con caratteristiche similari (tennis, squash e pallavolo) 5. Seppure le variazioni del sistema di punteggio hanno modificato sensibilmente i tempi di recupero, sono presenti pochi lavori, e si riferiscono al momento all’analisi dei tempi di gioco, relativamente al vecchio sistema del cambio-palla. Tuttavia, nelle ricerche effettuate alcuni anni fa (Dal Monte, 1995) 3per mezzo della analisi video, si verificò che la durata di ogni set era di 22.1 ± 2.5 min, con un tempo effettivo di gioco di 10.6 ± 2 min ed una durata media degli scambi di 7.4 ± 1.2 sec, con fasi di recupero 17.0 ± 2 sec. Risultati simili sono stati ottenuti da Faude 6 in torneo simulato, nel 2007 (dati già presentati in parte al Congresso mondiale degli sport di racchetta del 2006 e quindi riferibili probabilmente alle regole del momento), la cui durata degli scambi era di 5.5 ± 4.0 sec e quella di recupero di 11.4 ± 6 sec, e da Cabello Manrique 7, con durata rispettivamente di 6.4 sec e 12.9 sec.
Assai interessante risulta l’analisi della distribuzione dei tempi di gioco e di recupero, che mostrano proprio che il 90% delle azioni di gioco dura da 0 a 12 secondi e l’80% del recupero dura da 6 a 15 secondi (FIGURA 1).
FIGURA 1 – Analisi della distribuzione dei tempi di gioco e di recupero (voce bibl. 7)
Caratteristiche fisiologiche durante gara
Seppure la diffusione del badminton sia larghissima, gli studi che ne investigano le caratteristiche non sono numerosi. Tuttavia tutti concordano sui risultati ottenuti nello studio delle caratteristiche fisiologiche misurate durante tornei simulati 6,8-10 o in competizioni reali 7,11.
Nella Tabella I vengono riportati i valori medi, la deviazione standard ed il range della Frequenza Cardiaca registrata durante competizione o torneo simulato. Risultati concordi si hanno anche per quanto riguarda il consumo di Ossigeno (V’O2) misurato direttamente con il metabolimetro durante competizione: 39.6 ± 5.7 mlO2*kg-1*min-1 che rappresenta il 73.3% del V’O2 massimo (V’O2max) per gli atleti del lavoro di Faude e valori pari all’82 ± 4.2 % del V’O2max per quelli di Faccini, con un range che va dal 68 al 92 %.
Tabella I – Media, deviazione standard (Dev St) e Range dei valori di FC (% della FCmax) durante torneo, in diversi Autori
Lo studio della concentrazione del lattato ematico è una delle variabili di maggiore importanza per lo studio del metabolismo energetico e dalla quale si ottiene energia per un’attività fisica di tipo aerobico-anaerobico alternato, come il caso del badminton. L’analisi della concentrazione di lattato ematico durante una gara di badminton risulta molto complicata a causa della impossibilità di realizzare una misurazione diretta in qualsiasi momento della gara o per esempio dopo una sequenza di azioni di elevata intensità e certa durata. Il prelievo di sangue è limitato ai momenti di recupero che sono stabiliti dal regolamento di gioco. Gli studi realizzati durante le competizioni mostrano nella maggior parte dei casi che i valori di lattatemia non superano le 5 millimoli/litro (mM). Valori simili sono stati osservati da Ghosh 12 in giovani di 13-14 anni, di massimo livello per il loro paese, ed in alcuni casi di giocatori spagnoli ed italiani 5,8.
Nonostante ciò, questi valori sono risultati inferiori a quelli misurati in alcuni atleti di massimo livello, pari a 7.1 mM. In studi effettuati durante tornei simulati, si sono ottenuti valori più alti di lattato con media pari a 6.2 mM 13.
Caratteristiche fisiologiche degli atleti
La base dell’allenamento sportivo consiste nell’adattamento dei suoi sistemi ai carichi di lavoro al fine di rispondere con la massima efficienza possibile agli stimoli che sopraggiungono durante il lavoro (allenamento o gara). Per questo la fisiologia applicata allo sport si occupa di valutare alcune caratteristiche indice di questi adattamenti, come la resistenza, la forza, la velocità e, non ultima, la flessibilità. A tale scopo è consuetudine individuare i valori della potenza aerobica (come il massimo consumo d’Ossigeno) e della forza nelle sue diverse espressioni (massima, esplosiva, ecc.) e costruire cosi una “carta d’identità fisiologica” dell’atleta che si modifica in relazione a molti parametri specialmente correlati con la qualità e quantità dell’allenamento.
Per quanto riguarda la resistenza, seguendo la classificazione di Navarro 14, nel badminton sono necessarie:
– Resistenza generale: le azioni di gioco del badminton implicano più di un sesto di tutta la muscolatura scheletrica per l’utilizzazione di grandi gruppi muscolari.
In relazione alla specificità del gesto sportivo:
– Resistenza di tipo aciclico: è quella che permette di creare la base per un ampio allenamento della tecnica e della tattica, migliorando la capacità di recupero durante le fasi di bassa intensità competitiva.
– Resistenza specifica: Per sopportare le richieste energetiche del carico proprio della azione competitiva del badminton.
In relazione al modo di ottenere l’energia muscolare:
– Resistenza aerobica: come supporto agli sforzi di breve durata con recupero parziale, specie tra un match e l’altro, negli intervalli che arrivano fino ad un’ora. Fondamentale, nella considerazione della potenza aerobica necessaria per mantenere elevati livelli di intensità per tutta la durata della gara.
– Resistenza anaerobica: fondamentalmente di tipo alattacido, dovuta al fatto che il 90 % delle azioni non superano i 12 secondi di durata.
Per quanto riguarda il badminton, alcuni studi realizzati su atleti danesi di massimo livello internazionale, mostrano l’importanza dell’allenamento della forza del compartimento inferiore per rispondere alle esigenze muscolari dei ripetuti e rapidi spostamenti, cosi come sull’efficienza di una corretta catena cinetica per effettuare il colpo.
A tale scopo la misura della forza esplosiva rappresenta un fattore fondamentale. I test di salto o spinta, cosi come il protocollo di Bosco, rappresentano un ottimo mezzo di valutazione. La scelta di effettuare tale test utilizzando un semplice strumento di misura, tempo di volo e di contatto, piuttosto che quelli più complessi, come pedane di forza applicate ad una pressa orizzontale, dipende da molteplici aspetti che non si vogliono approfondire in questo contesto. Si vuole esclusivamente puntualizzare che la scelta delle pedane offre dati comparabili e più completi, specie nell’analisi differenziata tra un arto e l’altro 15.
Per quanto riguarda la velocità, il badminton è uno sport “open skills” dove c’è grande incertezza nel gioco, dovuta a fattori come l’avversario, i movimenti e le condizioni ambientali, che causano azioni di carattere aciclico e una necessità fisico-tecnico-tattica molto elevata.
Una caratteristica per il rendimento è la velocità massima di destabilizzazione globale e segmentaria cosi come la capacità di forza esplosiva degli arti inferiori e quelli superiori, con manifestazioni in regime di contrazione esplosivo-reattivo balistico. La valutazione delle capacità attentive, quelle di anticipazione motoria nonché i tempi per l’azione semplice e complessa, in relazione ad uno stimolo esterno sono tutte ottime vie di indagine funzionale.
Non ci sofferma sull’utilità della valutazione delle caratteristiche di flessibilità articolare, ricordando esclusivamente quanto questa caratteristica sia importante non solo nel badminton, ma in tutte le discipline sportive.
Nella Tabella II, si riportano i valori V’O2max, espressi in ml/kg/min, presenti nella letteratura scientifica internazionale e misurati con un test diretto, massimale, incrementale al treadmill.
Tabella II – Valori di V’O2max (in ml/kg/min) di atleti di Badminton (letteratura internazionale)
Si può notare come i dati siano molto concordi nei diversi Autori per quanto riguarda le donne (D), mentre nel caso degli uomini (U) a valori di circa 60 ml/kg/min di Faude 6 e Carlson 11 si contrappone quello di Hughes 10 che riporta “solo” 51.5 ml/kg/min. Il confronto con i dati di altri sport similari, d’altronde conferma che negli atleti di badminton la potenza aerobica avrebbe dovuto proprio essere nel range di valori indicati. Una nostra recente metanalisi dei dati di V’O2max in tennisti ha mostrato valori simili a quelli riportati nella letteratura del badminton (FIGURA 2).
FIGURA 2 – Metanalisi dei dati (media ± dev st) di V’O2max (ml/kg/min) in tennisti (per le voci bibliografiche si faccia riferimento a Dal Monte 3 ed in parte dati non personali)
Nella Tabella III, viene riportato un confronto tra i dati misurati sugli atleti italiani di livello internazionale nel 19968 e quanto invece misurato su quelli Juniores e due atlete internazionali nel corso del 2007, presso l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport (dati non pubblicati).
Tabella III – Confronto tra i dati misurati sugli atleti italiani di livello internazionale nel 1996(Faccini) e quanto invece misurato su quelli Juniores e due atlete internazionali nel corso del 2007
I dati appaiono “in linea” con quanto altro presente in letteratura. Per quanto riguarda la potenza aerobica delle due atlete senior del 2007, l’ampia deviazione standard giustifica la lieve discordanza con quanto presente invece nei riferimenti internazionali. Il dato, d’altra parte, è concorde con quanto risulta dal ranking, confermando che la massima potenza aerobica rappresenta una caratteristica importante per questo tipo di disciplina sportiva.
Se pochi possono essere i riferimenti per i dati di resistenza aerobica, quelli sulla resistenza specifica e sulla potenza muscolare sono praticamente inesistenti; purtroppo, la letteratura riguardo i test di forza è praticamente nulla.
Nel corso del 2006 e del 2007, presso l’istituto di Medicina e Scienza dello Sport, come riportato nella Tabella IV, sono stati effettuati test per la valutazione della meccanica muscolare degli arti inferiori su atleti nazionali appartenenti alla Federazione Italiana Badminton.
Tabella IV – Valori medi e deviazione standard dei dati relativi ai test di salto effettuati nel corso del 2006, su atleti della nazionale Italiana di badminton
È stato utilizzato il protocollo di test di Bosco per la valutazione della forza esplosiva, della capacità di riuso elastico e per la valutazione della potenza anaerobica alattacida; il test Bosco/Vittori per la valutazione della componente reattivo-elastica (stifness). La valutazione è stata eseguita tramite un sistema di rilevamento ottico a raggi infrarossi (Optojump – Microgate, Italia), che permette la misurazione dei tempi di contatto e di volo, durante l’esecuzione di una serie di salti. Osservando i dati riportati si può senz’altro affermare che questi atleti possiedono un discreto valore di forza esplosiva degli arti inferiori e un buon valore della capacità di riuso elastico e di “stifness”. La mancanza di dati in letteratura non permette uno studio comparativo con altre esperienze di questo genere; si ritiene, tuttavia, che la componente di potenza e di forza muscolare degli arti inferiori siano delle caratteristiche fisiologiche importanti nella pratica di questo sport e quindi meritevoli di ulteriori indagini.
Un aspetto interessante è ricoperto dai test da campo per la valutazione delle caratteristiche fisiologiche, ottimo modo per conciliare gli aspetti scientifici con quelli tecnici. Nel 2003 Wonisch 16 ha sviluppato un pratico test per determinare un valore di soglia anaerobica, in concordanza con quanto viene misurato e ricavato dal test di Conconi. Il test consiste nel correre, partendo ad un segnale dal birillo centrale dellaFIGURA 3, verso un altro birillo posto sul lato destro a 3 metri, tornare al centro, al nuovo segnale verso un birillo posto a sinistra a 3 metri e tornare al centro. Il terzo movimento è verso il birillo posteriore, posizionato a 3 metri, al nuovo segnale.
FIGURA 3 – Posizionamento dei birilli sul campo di badminton per l’effettuazione di un test incrementale specifico (per ulteriori informazioni vedi testo e bibliografia 16)
La velocità è determinata dalla frequenza dei segnali che incrementa di un segnale al minuto, iniziando da 6 segnali al minuto. Il test, effettuato fino all’esaurimento, richiede la misura della Frequenza Cardiaca; l’analisi di regressione lineare permette, come per il test di Conconi, di determinare un valore che può essere considerato quello di soglia anaerobica. In passato altri Autori 17 hanno identificato altri test specifici per il badminton da effettuarsi direttamente sul campo, per la misura delle capacità di performance.
Seppure di larghissima diffusione, specialmente nei paesi dell’Asia e del Nord Europa, la letteratura scientifica sul Badminton è assai povera. Per quanto emerso dai dati pubblicati nonché da quelli ottenuti nelle nostre misurazioni, gli atleti di badminton devono possedere le caratteristiche tipiche di quegli atleti che praticano pallavolo, pallacanestro, tennis. Tuttavia i valori di potenza aerobica li pongono ai vertici tra queste stesse categorie. Al momento, il diverso sistema di punteggio non sembra avere modificato le richieste energetiche tanto da cambiare le caratteristiche fisiologiche dei nostri attuali atleti, rispetto ai precedenti. Saranno necessari ulteriori studi per valutare se le variazioni di attribuzione del punteggio porteranno a cambiamenti delle caratteristiche fisiologiche e degli adattamenti organici.
Esistono poi ancora tantissimi aspetti da valutare, come, per esempio, differenti caratteristiche di programmi d’allenamento nonché valutazioni dei livelli di potenza muscolare (abbiamo, infatti, notato proprio la scarsità di informazioni presenti in letteratura sulle caratteristiche di potenza muscolare e di velocità) e, per finire, valutazioni sulle capacità di anticipazione.
La stessa Federazione italiana ha già avviato un programma di valutazioni “seriate” per il monitoraggio di alcuni parametri: si sta valutando anche un approccio biomeccanico per la valutazione degli angoli di lavoro in diverse condizioni e direttamente sul campo di gioco.
Prendendo spunto da quanto proposto da altre Federazioni nazionali, come quella australiana, molte attenzioni devono essere rivolte agli atleti di oggi, senza trascurare la ricerca per migliorare gli atleti di domani.
La sempre attenta ricerca del talento nasce e cresce bene se passa attraverso la continua ricerca sul campo. A conclusione di questa presentazione si vuole enfatizzare la piacevolezza di questo sport, che si intuisce appena ci si avvicina e si resta colpiti dalla genuinità di tutti quelli che lo praticano.
BIBLIOGRAFIA
Antonio Gianfelici
Specialista in Medicina dello Sport
Medico Federale, Federazione Italiana Badminton.
Istituto di Medicina e Scienza dello Sport – Unità di Scienza dello Sport – CONI
Corrado Morandini
Preparatore Atletico, Federazione Italiana Badminton.
Istituto di Medicina e Scienza dello Sport – Unità di Scienza dello Sport – CONI
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