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CELIACHIA E SPORT

La celiachia è una malattia cronica causata dall’intolleranza al “glutine“, una proteina contenuta in molti cereali. Oggi la percentuale di popolazione mondiale che è a conoscenza di tale patologia e del quadro clinico che la caratterizza è molto più elevata rispetto agli anni ’80, in cui furono diagnosticati i primi casi. Ciò è dovuto non solo ad un aumento del numero di casi, ma anche ad un maggior numero di persone che effettua test diagnostici, e ad una maggiore precisione nelle metodiche diagnostiche.
Nei soggetti intolleranti il glutine opera un’azione tossica sulle cellule della parete intestinale, alterandone profondamente struttura e funzionalità. In effetti nel corpo si innesca una risposta immunitaria diretta contro componenti antigeniche presenti sul glutine stesso, con una serie di gravi sintomi.
Nella maggior parte dei casi si verifica una drastica riduzione dell’ assorbimento delle componenti nutritive dagli alimenti, e questa mal nutrizione – nel caso di uno sportivo – diventa una grave patologia. Inoltre bisogna sottolineare che la celiachia si può manifestare nei bambini generalmente entro i due anni di età e negli adulti prediligendo il sesso femminile e con un picco di insorgenza tra i 30 ed i 40 anni.
I sintomi più evidenti sono diarrea copiosa con scariche frequenti, spesso associata a dolori addominali e vomito, perdita di peso e rallentamento della crescita. Nei bambini i sintomi sono più marcati. Negli adolescenti e negli adulti la sintomatologia può essere più blanda, con assenza di diarrea. In questi soggetti l’attenzione va posta su scompensi ed anomalie quali anemia da carenza di ferro, stanchezza permanente, afte, gonfiori a gambe e palpebre, disomogeneità nello smalto dei denti e piccoli sanguinamenti cutanei.

Negli ultimi anni la ricerca ha fatto grossi passi in avanti e notizie incoraggianti arrivano dal campo della biotecnologia; secondo un lavoro pubblicato sul Journal of Immunology (Rossi M., Maurano F., Luongo D. – Istituto di Scienze dell’Alimentazione, CNR, Avellino, Italy) si è visto che i processi infiammatori causati dalla reazione al glutine da parte dei linfociti intestinali sono attenuati dalla produzione, da parte di cellule regolatorie, di una citochina ad azione antiinfiammatoria quale l’interleuchina 10. Quindi in futuro tale molecola potrebbe essere inserita in cocktail terapeutici per una migliore gestione o risoluzione di casi anche in ambito sportivo.
Secondo un altro studio pubblicato su Chemistry and Biology (Chaitan Khosla – Università di Stanford, California), la scomposizione delle molecole allergeniche le rende più digeribili e tollerabili; a tal proposito è stato sintetizzato un enzima che modifica l’enzima deputato al catabolismo del glutine, rendendolo per l’appunto più digeribile e tollerante, senza tra l’altro alterarne le proprietà nutritive.
Per uno sportivo la celiachia diventa ancora più gravosa. Infatti, come è stato già accennato, si verifica un ridotto assorbimento di elementi importanti quali ferro, calcio, magnesio, cloro, di vitamine quali acido folico e vit. B12, inoltre le frequenti e copiose scariche diarroiche determinano disidratazione del soggetto e perdita ulteriore di altre importanti componenti nutritive. Molte vitamine e minerali entrano nella composizione di enzimi coinvolti nel metabolismo energetico, costituiscono cofattori energetici o costituiscono cofattori energetici (catalizzatori) che velocizzano le reazioni enzimatiche. In un soggetto che pratica sport queste deficienze vitaminiche e minerali vanno fortemente ad incidere sul rendimento nella prestazione sportiva, soprattutto se si tratta di un atleta professionista o che pratichi agonismo. Infatti il metabolismo energetico e la fase di costruzione di muscolo ex novo o di ripristino della massa muscolare perduta (rispettivamente durante le fasi “anabolica” e “catabolica”), che sono stimolati in seguito ad uno sforzo muscolare, necessitano di un apporto molto più elevato di tali componenti rispetto a soggetti che non praticano sport.
Infine, non è da sottovalutare, la componente acqua, visto che le frequenti scariche diarroiche determinano una ingente perdita di liquidi; infatti l’atleta ha bisogno di introdurre quantità di acqua decisamente più elevate rispetto ad un soggetto sedentario, per raffreddare i muscoli in contrazione, per conservare adeguati equilibri acido-base (funzionali ad una più efficiente attività degli enzimi coinvolti nel metabolismo energetico), e per tenere alto il rapporto massa muscolare costruita/massa muscolare persa (poiché il muscolo è costituito in grosse percentuali da acqua e, quindi perdite di acqua vanno ad influire sia sulla perdita che sull’acquisizione della massa muscolare).

In sintesi possiamo dire che per un atleta celiaco, all’obbligo di seguire un prontuario nella scelta degli alimenti, si aggiunge la necessita di seguire un regime alimentare equilibrato ed eventualmente un’integrazione al fine di determinare un quadro fisiologico che sia funzionale ad un rendimento massimale.

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