CERTIFICATO SPORTIVO, ABOLITO L’OBBLIGO PER I BAMBINI FINO A 6 ANNI

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Certificato sportivo, abolito l’obbligo per i bambini fino a 6 anni: sarà il pediatra a indicare i casi specifici in cui invece occorrerà il documento.

Abolito l’obbligo del certificato medico per l’attività sportiva in età prescolare, dei bambini di età compresa tra 0 e 6 anni, ad eccezione dei casi specifici indicati dal pediatra. Lo stabilisce un decreto del Ministero della Salute di concerto messo a punto con il Ministero dello Sport (clicca qui per scaricare il testo completo).
Nel provvedimento si spiega come la Federazione italiana medici pediatri abbia segnalato la necessità di escludere questi bambini dall’obbligo della certificazione medica per promuovere l’attività fisica organizzata dei bambini, facilitare l’approccio all’attività motoria costante fin dai primi anni di vita, favorire un corretto modello di comportamento permanente, nonché evitare di gravare i cittadini ed il Servizio sanitario nazionale di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni.
Per quanto riguarda gli altri casi giova ricordare che il Decreto Ministeriale del 08/08/2014 del Ministro Lorenzin precisa che il certificato medico è obbligatorio per lo svolgimento di attività sportiva non agonistica svolta in ambito parascolastico o all’interno delle Federazioni nazionali sportive iscritte al Coni. Per cui se un ragazzo pratica attività sportiva a scuola fuori dall’orario di lezione deve procurarsi il certificato di buona salute rivolgendosi al medico di famiglia, al pediatra o a un medico sportivo.
L’art. 1 delle linee guida definisce le attività sportive non agonistiche quelle praticate dai seguenti soggetti:
a) gli alunni che svolgono attività fisico-sportive parascolastiche organizzate dagli organi scolastici
b) coloro che praticano attività organizzate dal CONI, da società sportive affiliate alle Federazioni nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, che non siano considerati atleti agonisti ai sensi del decreto ministeriale 18 febbraio 1982
c) coloro che partecipano ai Giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale.
Invece il Certificato medico di sana e robusta costituzione previsto ogni volta che si voleva frequentare una palestra o una piscina è stato anch’esso abolito.
L’attività sportiva svolta presso società o centri sportivi non affiliati al Coni non è infatti considerata attività parascolastica o agonistica, per cui il certificato di buona salute non è più necessario. Questo non significa che, per finalità assicurative, la palestra o il centro sportivo non possano richiedere ai propri iscritti il certificato di attività sportiva non agonistica. In questi casi quindi meglio presentarlo.
(REDAZIONE DOTTNET – 16/03/2018)

Dottor Sergio Lupo – Fondatore del portale web Sport&Medicina:
“Credo che le problematiche di igiene posturale e alimentare debbano essere evidenziate più presto possibile per permettere un immediato intervento correttivo. Togliere gli obblighi di controlli medici non fa altro che peggiorare il livello di “prevenzione” nella popolazione giovanile e non credo che un bambino in peso eccessivo o con alterazioni strutturali (piede piatto, scoliosi …) di 5 anni sia diverso da uno di 6 anni … e soprattutto non credo che il limite dei controlli medici sportivi possa essere il costo di una visita (50-60 euro comprensive di esami strumentali) quando una scarpa da calcio, una divisa, l’iscrizione alla Scuola Calcio… costano sicuramente molto di più”.

Un altro commento, a mio parere, da condividere:

“Sono sempre più disorientato dalla incompetenza con cui vengono trattati alcuni argomenti ad opera di organismi che al contrario dovrebbero basarsi su evidenze scientifiche e non su “pareri” privi di fondamento.
Punto primo: nessun bambino mi risulta abbia avuto difficoltà a praticare una attività motoria per l’assenza di un certificato. Questo anche prima poteva essere rilasciato dal pediatra. Ora comunque ci si dovrebbe rivolgere al pediatra per sapere se i bambini hanno necessità di fare o meno il certificato. La differenza quindi potrebbe essere nella necessità di fare un elettrocardiogramma. Questo fa si che i genitori preferiscano rivolgersi al medico dello sport che lo esegue contestualmente alla visita. Quindi il parere dei pediatri mi sembra più rivolto a “mantenere” una clientela che ad agevolarne la pratica motoria.
Secondo: l’obbligo insiste per la partecipazione ad attività sportive non agonistiche. Certamente un corso di acquaticità o di gioco per un bimbo di tre anni non può essere considerata attività sportiva, ma semmai motoria. Quindi l’obbligo non vigeva fin da prima.
Terzo: un conto è l’obbligo per un disposto di legge, un conto è la richiesta di un certificato per sollevarsi da una responsabilità civile e penale. Ergo niente è cambiato.”
(Dottor COSTANTINO CORSINI)

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