Si sapeva che accadeva agli adulti e lo si sospettava nei bambini. Ma ora uno studio effettuato all’Ospedale Bambino Gesù di Roma lo ha dimostrato: l’eccesso di peso crea danni alla retina anche nei più piccoli. E, purtroppo, non si tratta delle uniche conseguenze dell’obesità sulla loro salute.
Lo studio, pubblicato su Journal of Gastroenterology, ha tenuto sotto controllo circa 1.000 bambini in due anni, cercando l’associazione statistica tra obesità infantile, la conseguente sindrome da insulino-resistenza e le alterazioni vascolari della retina (più esattamente a livello del microcircolo). Questa associazione è conclamata per gli adulti – dove prende piede soprattutto in età avanzata – ma i ricercatori dell’ospedale romano sono riusciti a dimostrarne l’esistenza per la prima volta in età pediatrica: il 9% dei bambini dei bambini sovrappeso infatti ha riscontrato problemi di vista, mentre queste complicanze vascolari non sono state rilevate nei piccoli di peso normale.
La conclusione: i bambini sovrappeso rischiano seriamente di incappare in problemi cardiocircolatori, compresa la perdita della vista, proprio come i grandi. Si tratta di una scoperta preoccupante, alla luce del fatto che, secondo i dati ufficializzati dal Ministero della Salute, il 25% dei bambini italiani pesa più di quanto dovuto, soprattutto tra i 9 e gli 11 anni di vita (fascia di età in cui il 13% è obeso). Lo studio rincara anche la dose: l’intero mosaico di complicanze dovute all’obesità è, purtroppo, presente anche nei bambini, compreso il danno al fegato. I dati dimostrano infatti che la retinopatia è legata a filo doppio, spesso, alla presenza di un grado elevato di fibrosi epatica.
«Il dato emerso – ha detto il responsabile delle malattie epato-metaboliche dell’ospedale, Valerio Nobili – sorprende sia per la percentuale, sia per la gravità visto che, qualora trascurata, tale condizione morbosa potrebbe evolvere verso stadi più avanzati fino alla compromissione della vista. I bambini con retinopatia severa avevano inoltre livelli più elevati di trigliceridi, una maggiore insulino-resistenza e un ridotto calo fisiologico notturno della pressione arteriosa sistolica, un indice predittore di ipertensione arteriosa». Si spera che tutte queste associazioni convincano il mondo pediatrico a mandare i bambini obesi dall’oculista, soprattutto se presentano già i segni di ipertensione arteriosa.
Fonte: http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00535-014-1024-1
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