(a cura di Nutrition & Health Journal Club)
INTRODUZIONE
L’impatto della nutrizione sullo stato di salute è un concetto ampiamente condiviso in medicina e si pone alla base di strategie preventive per molte e diverse patologie. In parallelo, lo studio dell’alimentazione sta vivendo un’espansione sempre più marcata dall’ambito strettamente nutrizionale verso altre categorie della cultura e della scienza, che includono le scienze sociali, l’economia e, in particolare, le scienze ambientali.
Oggi c’è una nuova consapevolezza: le scelte alimentari dei singoli e delle collettività hanno riflessi notevoli sull’individuo, sulla società e sull’ambiente e possono concretamente influenzare il futuro dell’uomo sul pianeta.
Questo speciale di Nutrition & Health Journal Club, grazie al contributo di esperti internazionali, esplora il tema delle complesse relazioni tra alimentazione – salute – ambiente e presenta la “Doppia Piramide Alimentare – Ambientale“, un nuovo modello elaborato dal Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN) che può rappresentare un utile strumento per il Medico italiano per educare e motivare le persone verso scelte nutrizionali corrette.
Oggi vi è una diffusa consapevolezza sul ruolo della corretta alimentazione come una condizione essenziale per il mantenimento dello stato di salute. Nonostante lo sviluppo e la modernizzazione abbiano reso disponibili a un numero sempre più ampio di persone una grande quantità e varietà di cibo, lo stato nutrizionale della popolazione generale nei Paesi sviluppati è frequentemente caratterizzato da sbilanciamenti ed errori. Le conseguenze di uno stile alimentare non corretto includono l’aumentata prevalenza di patologie croniche quali le malattie cardiovascolari, l’obesità, il diabete, i tumori, con ripercussioni rilevanti sull’aumento della spesa sanitaria (Fig. 1).
Fig. 1 – Il trend di incremento della spesa sanitaria negli Stati Uniti riflette l’aumento della prevalenza di patologie croniche
L’apparente paradosso di un aumento degli squilibri nutrizionali, in presenza di migliorate risorse alimentari, mette in evidenza la forte necessità di un’adeguata cultura della nutrizione e di linee guida che possano essere applicate e adottate facilmente su base quotidiana.
La Piramide Alimentare, progettata per la prima volta nel 1992 dall’US Department of Agriculture, è la più semplice ed efficace rappresentazione di uno stile alimentare corretto ed equilibrato, stile che coincide con il Modello Alimentare Mediterraneo identificato negli anni settanta dal fisiologo Ancel Keys, a conclusione di un ampio studio di correlazione tra nutrizione e mortalità.
A distanza di anni, la Piramide Alimentare basata sulla Dieta Mediterranea resta un modello di riferimento in ambito nutrizionale, in quando in essa convergono tutte le principali raccomandazioni nutrizionali emanate nei più diversi ambiti della medicina.
Il concetto portante della Piramide Alimentare è che, salendo progressivamente dalla base verso la cima, la frequenza relativa di consumo delle diverse categorie alimentari diminuisce, senza tuttavia escludere categorie specifiche e garantendo la varietà di assunzione. Generalizzando, alla base della Piramide si trovano gli alimenti di origine vegetale, tipici delle abitudini alimentari mediterranee, ricchi in termini di nutrienti (vitamine, sali minerali, acqua) e di composti protettivi (fibre e composti bioattivi di origine vegetale). Salendo progressivamente si trovano gli alimenti a crescente densità energetica (molto presenti nella dieta nordamericana) che andrebbero consumati in minore quantità.
Oggi, il Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) ripropone la Piramide Alimentare (Fig. 2) come base per un’evoluzione della cultura nutrizionale: la Piramide Alimentare del BCFN è, infatti, parte del nuovo modello della “Doppia Piramide”, che interpreta la tutela della salute della persona e le scelte alimentari come componenti integrate della salute globale dell’ecosistema.
Fig. 2 – La Piramide Alimentare del BCFN
Per approfondimenti: C. Ricordi: La Doppia Piramide: la Piramide Alimentare-Nutrizionale – 2010: http://www.barillacfn.com/images/doppia_piramide/it/barillacfn_290610_cricordi.pdf
Non tutti sanno che tra le principali fonti di emissione di gas a effetto serra, responsabili dell’aumento della temperatura globale del pianeta, ci sono le attività agricole e di allevamento alla base della produzione di cibo per l’uomo. Nello specifico, l’attività agricola è responsabile della produzione di gas serra per una quota pari al 33% del totale delle emissioni annuali nel mondo e l’alimentazione è responsabile del 25% dell’impatto ambientale di ogni persona.
Ma come si misura l’impatto di un’attività umana? Il Global Footprint Network ha recentemente definito l’Ecological Footprint quale parametro di misura della “impronta” lasciata sull’ambiente da singole attività dell’uomo (Fig. 1).
Fig. 1 – Ecological Footprint
L’Ecological Footprint misura, in pratica, l’area di territorio biologicamente produttivo necessaria per produrre le risorse consumate da una famiglia, o da un Paese, o da un singolo processo produttivo, e per assorbirne le relative emissioni di anidride carbonica. Tale indice – espresso in mq o ettari globali – è standardizzato a livello internazionale ed è utilizzato, ad esempio, dalla Commissione Europea per misurare i consumi di risorse a livello nazionale.
Il trend globale è attualmente caratterizzato da un’impronta ecologica superiore alla biocapacità totale della Terra (Fig. 2): mentre nel 1961 era utilizzato il 70% della capacità globale della biosfera, la stima attuale è pari al consumo di circa il 150% (dati del National Footprint Accounts 2011).
Fig. 2 – Trend globale della biocapacità e dell’impronta ecologica dal 1960 a oggi
L’Italia ha un’impronta ecologica pro capite di 4,2 ettari globali (dati del 2005): ciò significa che, in media, ciascun italiano consuma oltre 40.000 mq di terreno per produrre le proprie risorse e per assorbire i propri rifiuti. Tuttavia, la biocapacità dell’Italia è di circa 1 ettaro globale pro capite, pertanto con il proprio consumo ciascun italiano produce un deficit ecologico di oltre 30.000 mq.
La capacità di vivere entro i limiti di biocapacità della Terra è la condizione irrinunciabile per la sopravvivenza del genere umano e, di conseguenza, tutte le strategie di sostenibilità dovrebbero convergere verso tale obiettivo. I programmi nutrizionali sono una componente fondamentale di questo approccio globale, sia per l’alto impatto dell’alimentazione in termini di impronta ecologica, sia per l’elevata potenzialità di controllo diretto che l’uomo ha sulla scelta del proprio stile alimentare. Nei Paesi sviluppati, in cui il cibo è disponibile in quantità e varietà praticamente illimitate, la scelta alimentare del singolo ha inevitabilmente una ricaduta, spesso irreversibile, sulla futura capacità di sopravvivenza del nostro pianeta e della nostra specie.
Per approfondimenti: M. Wackernagel: Ecological Footprint Accounting: Navigating Resource Constraints – 2010:
http://www.barillacfn.com/images/doppia_piramide/it/barillacfn_290610_mwackernagel.pdf
http://www.footprintnetwork.org/en/index.php/GFN/
Le attività umane correlate alla produzione e al consumo di alimenti hanno un posto di primo rilievo tra le fonti di impatto ambientale, impoverimento delle risorse e aumento del riscaldamento globale. L’impatto dell’alimentazione sull’ambiente è tale che alcuni Paesi, come la Svezia, hanno redatto specifici documenti in cui si raccomanda di tenere conto della variabile ambientale anche nelle scelte nutrizionali dei singoli e della collettività. Questa linea di pensiero è stata ripresa in Italia dal BCFN (Barilla Center for Food and Nutrition), che ha valutato l’impatto ambientale delle diverse categorie di alimenti incluse nella Piramide Alimentare, sulla base dell’Ecological Footprint (indicatore che quantifica l’area di territorio biologicamente produttivo necessaria per fornire le risorse e assorbire le emissioni associate a un sistema o a un prodotto; si misura in m2 o ettari globali). L’elaborazione dell’impronta ecologica degli alimenti è stata condotta secondo l’approccio dell’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA), una metodologia che consente di valutare i carichi energetici e ambientali associati a tutte le fasi del processo produttivo di un alimento, dalla coltivazione delle materie prime fino alla distribuzione e all’eventuale cottura degli alimenti considerati (Fig. 1).
Fig. 1 – Analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment)
Riorganizzando le classi di alimenti secondo valori di impatto ecologico decrescente, si è costruita la nuova “Piramide Ambientale“, i cui strati superiori (la base della piramide) ospitano gli alimenti a maggiore impatto, mentre al vertice si trovano gli alimenti a impatto minore (Fig. 2).
Fig. 2 – Costruzione della Piramide Ambientale
Affiancando la Piramide Alimentare alla Piramide Ambientale, è emersa una correlazione di notevole interesse: gli alimenti per i quali è consigliato un consumo maggiore generalmente sono anche quelli che determinano gli impatti ambientali minori. Viceversa, gli alimenti per i quali viene raccomandato un ridotto consumo hanno anche un maggior impatto sull’ambiente. In altre parole, l’evoluzione dalla sola Piramide Alimentare alla “Doppia Piramide Alimentare – Ambientale” dà vita a un nuovo modello di scelta nutrizionale, nel quale convivono i due obiettivi fondamentali di tutela della salute e dell’ambiente (Fig. 3).
Fig. 3 – La Doppia Piramide Alimentare-Ambientale
Il grande valore del modello della Doppia Piramide sta nell’aver tradotto un’intuizione innovativa e un percorso metodologico complesso in una rappresentazione semplice e accessibile a tutti, di elevato contenuto educazionale per il singolo e per la comunità medica e di facile applicazione nel quotidiano di ciascuno.
Sta ora a noi utilizzare e diffondere questo nuovo strumento per migliorare il nostro stato di salute nel rispetto dell’ambiente che ci ospita.
Il lavoro sinora svolto, pur se ha già consentito di trarre interessanti conclusioni, è da considerarsi tuttora “work in progress”: ulteriori analisi sono in corso, allo scopo di migliorare e affinare il modello iniziale, così da poter rendere lo strumento della Doppia Piramide ancor più affidabile e utile nella pratica.
Per approfondimenti: B. Buchner: La doppia piramide alimentare: sano per te, sostenibile per il pianeta – 2010: http://www.barillacfn.com/images/doppia_piramide/it/barillacfn_290610_bbuchner.pdf
La proposizione della Doppia Piramide Alimentare – Nutrizionale attualizza ed estende l’originario valore e significato della sola Piramide Alimentare.
Le implicazioni culturali e scientifiche del nuovo modello hanno un potenziale molto ampio, che spazia dalla ricerca multidisciplinare alla possibilità di un’adozione quotidiana del messaggio chiave: “un’alimentazione più sana per la persona è anche più sostenibile per il pianeta“.
Il Medico – di Medicina Generale o Specialista – è un tramite fondamentale tra la persona e la società, per il suo ruolo non solo di garante della salute del singolo, ma soprattutto di promotore della prevenzione sanitaria sull’intero territorio. In quest’ottica, il Medico ha una forte influenza sullo stile di vita e sulle scelte nutrizionali delle persone, in coerenza con le linee guida, sostanzialmente concordanti, emanate dal WHO e dalle varie società scientifiche. Per comprendere quale può essere il valore e l’utilità del nuovo modello della Doppia Piramide in medicina, abbiamo intervistato il Dr. Gabriele Riccardi, Professore di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Il nuovo modello della Doppia Piramide conferma o modifica il valore della Piramide Alimentare originaria come singola componente?
– L’elaborazione della Doppia Piramide certamente rafforza anche il valore della Piramide Alimentare in quanto tale, e va ad ampliare le motivazioni per scegliere la Dieta Mediterranea come riferimento nutrizionale. Non dimentichiamo, infatti, che la Dieta Mediterranea ha innegabili effetti preventivi sulle patologie croniche, mitigando gli effetti di fattori di rischio che, dato l’aumento dell’aspettativa di vita, sempre più esitano in malattie conclamate.
Quali buoni motivi ha un Medico per trasferire alle persone il messaggio portato dalla Doppia Piramide?
– Il primo “buon motivo” riflette proprio l’obiettivo della prevenzione, per una tutela sia delle persone (e in questo senso le evidenze scientifiche del beneficio della Dieta Mediterranea sono davvero innumerevoli) sia della spesa sanitaria nazionale. A quest’ultimo proposito ricordiamo che 1€ investito in prevenzione fa risparmiare 3€ in trattamenti delle malattie prevenute. La componente Alimentare della Doppia Piramide è un eccellente strumento di prevenzione, in quanto in essa convergono tutte le principali linee guida nutrizionali attualmente valide in diverse aree terapeutiche.
Il secondo buon motivo deriva dalla consapevolezza che la nutrizione e lo stile di vita sono i fattori con maggiore impatto sulla longevità e sulla qualità della vita. In questo senso, l’integrazione tra le due componenti della Doppia Piramide consente di raggiungere il duplice obiettivo di una nutrizione sana nel rispetto dell’ambiente. E la qualità dell’ambiente in cui viviamo influenza a sua volta la qualità della nostra vita nell’immediato e in una prospettiva temporale di medio – lungo termine. Inoltre, una persona sensibilizzata al rispetto dell’ambiente è generalmente più ricettiva anche verso messaggi orientati al rispetto del proprio corpo e della propria salute; quindi, dal punto di vista culturale i due versanti salute e ambiente sono coerenti e potenzialmente sinergici e ciò può facilitare la comunicazione del Medico alle persone.
Può riassumere in poche parole chiave quale può essere il ruolo della Doppia Piramide nella pratica quotidiana del Medico?
– Le parole chiave sono a mio avviso: Prevenzione, Educazione e Motivazione. La prevenzione delle patologie e la prevenzione dell’esaurimento delle risorse ambientali si possono oggi ottenere attraverso l’educazione di ciascuna persona a prendersi cura della propria alimentazione in modo consapevole e responsabile, con una motivazione che in modo bidirezionale spinge dalla salute verso l’ambiente e viceversa. Il Medico ha un ruolo fondamentale nella prevenzione delle patologie e, poiché la prevenzione si realizza anche attraverso adeguati consigli nutrizionali, l’utilità della Doppia Piramide appare chiara. Un’eventuale resistenza o scarsa convinzione delle persone verso schemi nutrizionali vissuti come restrittivi potrebbe, infatti, essere mitigata se la motivazione diventa positiva, non più limitativa, e include anche obiettivi che vanno al di là dell’area medica, come ad esempio l’obiettivo ambientale.
In conclusione la Doppia Piramide Alimentare – Ambientale da un lato rappresenta un’eccellente sintesi delle principali linee guida nutrizionali in vari ambiti della prevenzione medica, dall’altro è uno strumento di educazione e motivazione delle persone.
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