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INFLUENZA: VACCINO SÌ … VACCINO NO …

Come ogni anno, con l’arrivo dell’inverno ritorna il problema dell’Influenza, peggiorato quest’anno dal timore dell’arrivo dell’Influenza Aviaria. Sembra comunque che l’influenza 2005‑2006 sarà molto simile a quella dell’anno scorso e, di conseguenza, la sua pericolosità dovrebbe essere minore, anche se resta comunque una malattia molto contagiosa, che può portare con sé diverse complicanze e, per questo, non deve essere sottovalutata, ricordando che la sola vera arma a disposizione per combatterla è la vaccinazione.

Come si manifesta

Dopo un breve periodo di incubazione di 1-2 giorni, l’influenza si presenta con i suoi sintomi classici:
1- febbre (remittente‑intermittente) con valori fino a 39-40 gradi centigradi
2- forti dolori ossei e muscolari
3- stanchezza intensa, con diminuzione della capacità di compiere anche sforzi di lieve entità
4- diminuzione dell’appetito
5- mal di testa
6- tosse, mal di gola, raucedine e/o congestione del naso.
In genere la malattia si risolve spontaneamente entro massimo 3-6 giorni, anche se i postumi legati alla sensazione di forte astenia, possono mantenersi anche per 10-15 giorni; se i sintomi persistono però è importante rivolgersi al medico, in modo che possa fare una diagnosi corretta ed indicare la terapia migliore.

Come si trasmette l’infezione

È un’infezione causata da virus, tipicamente stagionale e molto contagiosa; si trasmette per via aerea ed è favorita dalle basse temperature. Il virus si diffonde con facilità attraverso le minuscole goccioline di saliva infette emesse con la tosse, gli starnuti o con la normale conversazione.
Per diminuire il rischio di contagio l’ideale, se possibile, è evitare luoghi affollati dove c’è un maggior numero di persone (metropolitana, mezzi pubblici); è anche consigliabile evitare gli sbalzi di temperatura (passando da ambienti riscaldati a luoghi freddi).

Le complicanze dell’influenza

Le complicanze possono essere causate da infezioni batteriche, che possono associarsi all’influenza e causare, quindi, bronchiti e polmoniti.
In particolare:
1- gli anziani o i soggetti più deboli, sono i più vulnerabili (ad esempio la compromissione respiratoria dovuta all’infezione influenzale, associata alle complicazioni batteriche, può far peggiorare un pre-esistente scompenso cardiaco)
2- la più alta percentuale di infezione influenzale si ha nei bambini tra 0 e 14 anni per la mancanza di una risposta difensiva adeguata: i bambini sani che prendono l’influenza durante il primo anno di vita hanno un elevato rischio di sviluppare malattie serie
3- la gravidanza è un periodo particolarmente delicato; anche se i risultati sono contraddittori, diversi studi evidenziano che l’influenza può interferire sul normale sviluppo del feto: per il passaggio dei virus per via transplacentare (fenomeno probabilmente molto raro), per gli effetti tossici associati alla presenza del virus o per le conseguenze associate alle terapie utilizzate.

 

 

CHI È PIÙ A RISCHIO

L’influenza può causare complicanze preoccupanti nelle persone più deboli: i bambini, le persone anziane, quelle che soffrono di malattie croniche, chi ha il sistema di difesa naturale dell’organismo compromesso e indebolito e le donne in gravidanza.

Estrema variabilità

L’influenza è una malattia diffusa in tutto il mondo, caratterizzata dalla sua variabilità: ogni anno i virus influenzali umani possono modificarsi perché in situazioni ambientali particolari possono venire a contatto con virus animali, dalla cui unione nasce un nuovo virus, modificato e più pericolo. Questo rischio è maggiore nei Paesi orientali dove le carenze igieniche rendono il contatto uomo‑animale più facile e, da qui, il nuovo virus si diffonde poi in tutto il mondo. Quindi ogni anno la formula del vaccino anti‑influenzale è diversa, inoltre più il virus si modifica, più le manifestazioni diventano preoccupanti provocando, in alcuni casi, vere e proprie epidemie (ricordiamo ad esempio la “spagnola” del 1918-1919 o “l’asiatica” del 1957, capaci di provocare milioni di morti).

IL VACCINO

Ogni anno viene messo in commercio il nuovo vaccino anti-influenzale, estratto, dopo averlo isolato, dal virus dell’anno precedente: a volte il virus cambia poco e, quindi, il vaccino è molto efficace; in altri anni si modifica molto e quindi la protezione è meno efficace. L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) stabilisce annualmente la composizione del nuovo vaccino che viene reso disponibile agli inizi dell’autunno.

La somministrazione
Il vaccino viene iniettato nel muscolo [il deltoide (braccio) per le persone di età superiore ai 9 anni e la faccia antero‑laterale della coscia nei bambini e nei lattanti].
Nei primi anni di vita il sistema naturale di difesa dell’organismo non è mai venuto a contatto con il virus influenzale e va, quindi, “preparato” al riconoscimento, di conseguenza nei bambini al di sotto dei 9 anni si consiglia la somministrazione di due dosi di vaccino a distanza di almeno quattro settimane l’una dall’altra; per tutti gli altri è sufficiente una sola dose.
Quando inizia l’efficacia
Devono trascorrere circa 10‑15 giorni dalla somministrazione prima che il vaccino cominci a proteggere la persona; la vaccinazione fa in modo che nell’80% circa dei casi non si prenda l’influenza e si sia protetti per diversi mesi. Nel 20% circa dei casi, invece, la persona vaccinata prende comunque il virus influenzale, in modo leggero e non pericoloso.
A chi è consigliato
La vaccinazione è consigliata a tutti, per evitare le complicanze legate alla malattia e con lo scopo di creare un’immunità generale, ampliando la copertura in modo da interrompere la diffusione dell’infezione. Per le donne in gravidanza il vaccino è particolarmente consigliato.
Può dare effetti indesiderati?
Il vaccino non provoca generalmente effetti collaterali di rilievo; in alcuni casi si possono manifestare lievi reazioni locali (come arrossamento o gonfiore di alcune zone della pelle, orticaria o asma) di breve durata. A volte, soprattutto quando la persona si vaccina per la prima volta, è possibile che a distanza di 6‑12 ore dall’iniezione compaiano sintomi di tipo influenzale (febbre, dolori muscolari, mal di testa, brividi) in forma molto attenuata e transitoria (durata massima 48 ore).
A chi è sconsigliato
Nonostante quanto comunemente si ritiene, non è controindicato anzi è particolarmente consigliato alle donne in gravidanza e ai bambini. Non deve essere somministrato: ai bambini sotto i 6 mesi di età per l’elevata incidenza di reazioni febbrili in questo gruppo di età; alle persone allergiche alle proteine dell’uovo (perché il vaccino le contiene).
Quando va rinviato
La vaccinazione deve essere rinviata nel caso in cui la persona abbia febbre in corso, perché l’organismo, già debole, potrebbe non riuscire a reagire adeguatamente.
Inoltre, in chi soffre di malattie autoimmuni, il vaccino deve essere somministrato soltanto dopo un’attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio a cui si va incontro la persona e solo su indicazione del medico di fiducia.
Il vaccino può essere acquistato in farmacia (e in questo caso deve essere conservato in frigorifero a una temperatura compresa tra +2 e +8 gradi centigradi, ma non deve essere congelato perché perde le sue caratteristiche) o può essere somministrato nelle ASL. Il pediatra o il medico di fiducia sono le persone a cui chiedere informazioni sull’influenza, sul vaccino e su dove rivolgersi per la somministrazione.
Può proteggere anche dall’Influenza Aviaria?
In base a calcoli statistici, nel prossimo futuro è attesa una nuova pandemia influenzale, che gli esperti stanno tentando di prevenire con sistemi di sorveglianza e monitoraggio accurati, per non essere presi alla sprovvista. La vaccinazione resterà comunque il modo migliore per diminuire i rischi.
La vaccinazione antinfluenzale assume, fra l’altro, un ulteriore rilievo in rapporto al problema dell’influenza aviaria: il vaccino antinfluenzale non protegge dall’influenza aviaria, ma può proteggere dal pericolo di “ricombinazione genetica” legato alla possibile co-circolazione di virus influenzali umani e animali.
In pratica, il vaccino ha un grande valore in relazione all’influenza aviaria, perché nelle persone vaccinate si scongiura il pericolo della co‑infezione e, contemporaneamente, si interrompe la “catena” dell’infezione dei virus influenzale umano.
Quando effettuare la vaccinazione
Il periodo migliore per vaccinarsi va dalla metà di ottobre fino alla fine di novembre. È sconsigliato vaccinarsi con troppo anticipo perché l’immunità conferita dal vaccino diminuisce nel giro di qualche mese (6‑8 mesi) e, quindi, si rischia di essere protetti solo parzialmente nel periodo più rischioso che, indicativamente, va da dicembre a fine aprile.

QUANDO IL VACCINO È GRATUITO

Le categorie di persone a cui la vaccinazione è particolarmente raccomandata e offerta dai servizi di prevenzione, perché particolarmente a rischio di sviluppare complicanze o perché svolgono lavori a rischio di co‑circolazione di virus umani e animali, sono:
1- persone di età pari o superiore al 65 anni
2- bambini di età superiore ai 6 mesi e gli adulti che soffrono di: malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (incluse asma persistente, displasia broncopolmonare e fibrosi cistica), malattie croniche dell’apparato cardiocircolatorio (comprese le cardiopatie), diabete mellito e altre malattie metaboliche, malattie renali con insufficienza renale, malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, malattie che comportino una carente produzione di anticorpi (inclusa l’infezione da HIV), sindromi da malassorbimento intestinale, malattie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
3- bambini e gli adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico(aspirina), a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione (si manifesta nei bambini o nei ragazzi in cura prolungata con aspirina ed è caratterizzata da encefalopatia acuta con alterazione dello stato di coscienza)
4- bambini nati prima della 37esima settimana di gestazione e di basso peso alla nascita(inferiore ai 2.500 grammi), dopo il compimento del 6° mese
5- donne al secondo o terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica
6- persone di qualunque età ricoverate in strutture per lungodegenti
7- medici e personale sanitario di assistenza
8- familiari di malati ad alto rischio
9- persone addette a servizi pubblici di primario interesse collettivo (personale degli asili nido, gli insegnanti delle scuole dell’infanzia e dell’obbligo, gli addetti alle poste e telecomunicazioni, i dipendenti della pubblica amministrazione e difesa, le forze di polizia incluso la polizia municipale, i volontari dei servizi sanitari di emergenza, il personale di assistenza delle case di riposo)
10- personale che, per motivi occupazionali, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani, tra cui i detentori di allevamenti, gli addetti alle attività di allevamento, gli addetti al trasporto di animali vivi, i macellatori e i vaccinatori, i veterinari pubblici e i liberi professionisti.

La terapia

In caso di influenza possono essere utilizzati diversi farmaci acquistabili senza ricetta, utili ad alleviare i sintomi della malattia (antifebbrili a base di paracetamolo, sedativi della tosse, decongestionanti …), ma che non guariscono dalla malattia. È utile il trattamento con antivirali specifici (in Italia si trovano in commercio preparati a base di zanamivir che funzionano per debellare l’influenza e sono efficaci se vengono presi entro due giorni dall’esordio della malattia. Il farmaco che serve a debellare l’influenza si chiama Relenza, va preso per via inalatoria 2 volte al giorno per 5 giorni, costa circa 30 euro circa ed è in fascia C, cioè a totale carico del cittadino).
L’uso di antibiotici, invece, risulta inutile se non addirittura dannosa: essi agiscono solo contro i batteri e il loro uso indiscriminato rende spesso i batteri stessi sempre più resistenti. Solo il medico è in grado di valutare la necessità di utilizzarli nell’influenza.

GLOSSARIO

ANTIGENE – sostanza che, se introdotta nell’organismo, induce una risposta immunitaria (di difesa).
EMOPOIETICO – insieme dei processi di proliferazione e differenziazione cellulare che hanno luogo nel midollo osseo e portano alla formazione delle cellule circolanti nel sangue.
ENCEFALOPATIA – termine con cui si indica una malattia dell’encefalo.
FIBROSI CISTICA – malattia ereditaria che colpisce le ghiandole dei polmoni che secernono, così, un muco troppo denso e viscoso, provocando con il tempo la distruzione degli organi interessati.
HIV – sigla del virus responsabile dell’Aids.
MALATTIA AUTOIMMUNE – particolare e anomala risposta di difesa dell’organismo che produce anticorpi diretti contro se stesso o un proprio organo.
MALATTIA METABOLICA – alterazione del metabolismo (come il diabete, per esempio), cioè di quell’insieme di processi che avvengono negli organismi viventi per permettere loro di accrescersi e mantenersi in vita.
SCOMPENSO CARDIACO – incapacità del cuore di provvedere alle necessità circolatorio dell’organismo.
UROPOIETICO – processo relativo alla formazione dell’urina.

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