tratto da OK SALUTE E BENESSERE (n° 5 – Maggio 2021)
editore italiano nel mercato librario e dell’edicola,
nonché pioniere delle tv private (con Milano Tv,
poi Rete A). Vive tra Milano e Montecarlo. Ha al
suo attivo 33 maratone ed è campione italiano
in carica nei tre chilometri di marcia over 85.
L’importante non è vivere a lungo, 90 o 100 anni, ma restare sani finché si è in vita. È la mia filosofia, quella che ha guidato tutta la mia esistenza. Non bevo. Non fumo, anche se in passato ho cercato d’imparare a farlo per mangiare poco, ma non ce l’ho fatta perché non sono mai riuscito a inspirare. Quanto all’alimentazione, beh, la mia educazione nutrizionale risale ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, quando ero bambino (sono del ’34, classe di ferro). Sfollato da Milano in una cascina a Olginate, nel Lecchese, per tre anni ho mangiato riso e latte tutte le sere, poi, rientrato a casa, per altri tre ho avuto come piatto unico la frittata con la farina.
Così oggi faccio prima a elencare i cibi che mangio rispetto a quelli che non porto in tavola: risotto e cotoletta alla milanese, ravioli, pasta al pomodoro, frutta. Poca verdura, perché non mi è mai piaciuta e, poi, al pari della stessa frutta, ormai è plastica. Dopo aver assaggiato le ciliegie che mi compra mia moglie, mi netto le labbra e scopro dal tovagliolo che le ho viola. E i sapori, purtroppo, non esistono più.
Soprattutto, curo l’attività fisica. Vi assicuro – e parlo in special modo a tutti coloro che hanno dai 50 anni in su – che allenarsi anche solo per dieci minuti o un quarto d’ora al giorno fa bene, migliora la nostra condizione psicofisica. Da ragazzino avevo giocato come tutti i miei coetanei al calcio in strada e a 16 anni mi ero dato al ciclismo amatoriale: correvo su strada e al Vigorelli, il famoso velodromo di Milano. Ma, poi, è subentrato il lavoro nel mondo dell’editoria. Tanto lavoro. Appena 18enne vendevo a Milano Il Popolo, il giornale della Dc, e con i miei risparmi ne lanciavo un altro, Italpress, sulle aziende italiane che esportavano all’estero. Poi all’inizio degli anni 60 ecco i libri per bambini, a cui seguiranno le biografie dei grandi, le enciclopedie a fascicoli (penso con orgoglio alla Peruzzo-Larousse), le riviste illustrate per la casa, le testate maschili (Penthouse), sportive, tecnologiche, familiari, di gossip e di salute passando dal mondo librario al mercato dell’edicola, fino alla televisione, con Milano Tv, che nel 1992, divenuta Rete A, ottiene, assieme ai canali di Berlusconi, la prima concessione ministeriale a trasmettere su tutto il territorio nazionale. Qualche anno prima, nel 1987, avevo mandato in onda il primo telegiornale privato in diretta con Emilio Fede. Nel 2005 l’ho venduta al Gruppo Espresso di De Benedetti.
Insomma, come dicevo, tanto lavoro, così che ho scoperto la corsa solo a 62 anni. Attilio Bucchi, un mio collaboratore storico (oltre che compagno di partite di pallone) ora 72enne, un giorno non era venuto al lavoro e si era giustificato dicendo di aver male ai piedi: «Colpa dei sanpietrini, ho fatto la maratona di Roma». «E non mi hai detto niente?». L’anno seguente ho corso la mia prima maratona, a New York. Dopo di allora ne ho completate altre 32, di cui 12 ancora nella Grande Mela, l’ultima a 77 anni. Al trentesimo chilometro mi era venuta la sciatica, ma non mi è nemmeno passato per la testa di ritirarmi, e ho tagliato il traguardo dopo sette ore e un quarto. Nel 2019 sono arrivato terzo agli Europei di corsa over 85 sulla distanza dei 5 chilometri, di sera sotto la pioggia a Eraclea (Venezia), e primo ai Campionati italiani indoor nei tre chilometri di marcia.
In ufficio ho una mia foto con scritto: «Campione italiano 2019/2020», a cui adesso aggiungerò come data anche questo 2021, visto che tutte le competizioni sono sospese causa pandemia. Proprio per questo vuoto di gare avevo bisogno di uno scopo per il quale allenarmi. E l’ho trovato ancora una volta nella maratona di New York. Del 2024, quando farò cifra tonda: 90 anni.
L’ho scelta perché è l’unica al mondo che ti dà 24 ore di tempo per arrivare al traguardo e io mi sono proposto di percorrerla in otto ore e mezza a ritmo di marcia. Mi sto preparando al mattino e al pomeriggio sei giorni su sette, con la domenica di riposo.
Sono iscritto alla società sportiva Don Kenya Run e, con i centri sportivi chiusi per Covid, utilizzo come pista di allenamento la ciclabile che passa sotto la mia sede di lavoro. Avanti e indietro, con l’obiettivo di tenere i dieci chilometri quest’anno, i venti il prossimo, i trenta il successivo e, infine, di presentarmi nel 2024 a Central Park.
Sì, per me la pratica sportiva è un vero antivirus: non so neanche che cosa sia un raffreddore.
Alberto Peruzzo
Se correttamente eseguita l’attività fisica fa bene a qualsiasi età, perché migliora la funzionalità sia cardiocircolatoria sia respiratoria, favorisce l’aumento della massa muscolare e ossea, diminuisce i livelli di colesterolo, brucia i grassi e contrasta l’iperglicemia. Tuttavia, quando ci sottoponiamo a uno sforzo fisico occorre prestare attenzione alla «macchina», cioè al nostro organismo, soprattutto con l’avanzare dell’età.
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