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LA VALUTAZIONE POSTURALE

Andrea Bernetti
Specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa

La valutazione posturale sta prendendo sempre più piede in ambito sportivo e non, questo perché molto spesso la postura può essere considerata un fattore predisponente a determinate patologie o favorente determinati infortuni. L’analisi posturale condotta da un medico esperto in materia può permettere di prevenire o di curare meglio alcune problematiche dolorose dell’apparato muscolo scheletrico.

LE DIFFERENTI POSTURE

Per “postura” si intende la posizione del corpo nello spazio e la relazione tra i suoi segmenti corporei. La postura può essere: in stazione eretta (monopodalica o bipodalica), da seduto, in decubito prono, supino, laterale.
Non esiste la postura “ideale” o “corretta” e questo concetto è valido specialmente in ambito sportivo dove ogni atleta sviluppa spesso compensi muscolari e posturali correlati al gesto atletico che è abituato a compiere. Non è un caso infatti che sport “asimmetrici” come ad esempio il tennis e la scherma comportino uno sviluppo non armonico di alcuni gruppi muscolari e della postura stessa, naturalmente queste alterazioni devono essere abilmente compensate da un lavoro simmetrico in fase di preparazione atletica.

Gli atleti che praticano questo tipo di sport non sono più predisposti di altri atleti a sviluppare infortuni in generale in quanto il loro sistema locomotore è cresciuto adattandosi al tipo di gesto atletico compiuto, tuttavia ovviamente sono maggiormente predisposti a patologie da sovraccarico e traumatiche dirette ed indirette a livello delle regioni maggiormente coinvolte nell’esecuzione del suddetto gesto atletico. Dal punto di vista posturale tuttavia possono esserci delle alterazioni predisponenti allo sviluppo di determinati infortuni/patologie. Analizzando globalmente la postura di un atleta ci si deve soffermare prima di tutto sul tipo di sport praticato, molto spesso difatti alcune problematiche che a prima vista potrebbero sembrare patologiche in realtà sono il frutto di compensi che sono legati all’attività sportiva stessa e che non possono essere considerati patologici, almeno fino a quando non risultino causa di sintomatologia dolorosa o di infortuni recidivanti.
Di conseguenza prima dell’analisi posturale vera e propria è importante l’anamnesi; attraverso questo atto medico si entra a conoscenza del tipo di sport praticato e soprattutto della presenza o meno di eventuali infortuni in atto o pregressi e diventa più semplice andare a ricercare eventuali predisposizioni posturali. In questo contesto risulta fondamentale la preparazione in ambito riabilitativo di colui che opera la valutazione posturale. Lo specialista in medicina fisica e riabilitazione, in collaborazione con altre figure mediche e non, ha un ruolo cardine e centrale in questo processo potendo integrare varie competenze senza tralasciare aspetti basilari.
Un aspetto importante è il ricercare eventuali segni di lassità legamentosa e articolare.

“CARTER SCORE” PER LA VALUTAZIONE DELLA LASSITÀ LEGAMENTOSA

Infatti mentre in alcuni sport è quasi necessario avere un tipo di struttura corporea più lassa, come ad esempio nella ginnastica artistica, in altri sport può essere fortemente controproducente, pensiamo ad esempio ad uno degli sport da impatto per eccellenza, il rugby. Effettuata questa prima analisi si inizia con la valutazione posturale. Il paziente deve essere valutato sia dal punto di vista globale che segmentale. Inizialmente si valutano eventuali alterazioni in ortostatismo e poi si effettuano test specifici, come, ad esempio, il “bending anteriore“.

TEST DEL “BENDING ANTERIORE”

Successivamente il paziente deve essere valutato da seduto ed infine in decubito supino e prono. Dal punto di vista segmentale inizialmente l’approccio ideale è quello di partire dalle alterazioni del rachide valutando la presenza di eventuali alterazioni sul piano frontale e sul piano sagittale, come ad esempio o l’appiattimento o l’accentuazione delle normali curvature fisiologiche. Naturalmente andrebbero valutati i rapporti del tronco con il bacino ed il cingolo pelvico e con il cingolo scapolare. Impostante è la valutazione della presenza di eventuali curvature scoliotiche e la loro descrizione. Si valuta poi la presenza di eventuali accorciamenti delle catene cinetiche e dei gruppi muscolari. Descrivere la tendenza al valgismo o al varismo delle ginocchia e degli arti inferiori è altrettanto fondamentale. Per quanto riguarda i piedi sono molteplici le eventuali problematiche da ricercare, oltre ad un eventuale piattismo o cavismo bisognerebbe analizzare la tendenza all’intra od extrarotazione, il varismo o valgismo del retro piede, la supinazione o pronazione dell’avampiede e naturalmente il rapporto tra retropiede e avampiede. Ciascuna valutazione può essere supportata da eventuali immagini diagnostiche. Inoltre con l’utilizzo di particolari strumenti si può integrare l’analisi posturale con l’analisi dell’appoggio plantare in statica e dinamica.

ANALISI APPOGGIO PLANTARE DINAMICO

ANALISI APPOGGIO PLANTARE DINAMICO

Un altro fattore importante e spesso trascurato è la forte relazione tra articolazione temporo-mandibolare e postura. Difatti non è vero che qualsiasi alterazione a carico dell’articolazione temporo-mandibolare comporta necessariamente un’alterazione posturale, ma talvolta alcune problematiche posturali possono parzialmente dipendere da problemi occlusali, non è raro incorrere in pazienti con alterazioni dolorose del rachide in seguito ad eventuali cure odontoiatriche. A tal proposito può essere interessante valutarne l’influenza provocata attraverso un’analisi posturale prima e dopo le cure. Per quanto riguarda gli arti superiori è importante l’analisi dei loro rapporti con il tronco e l’azione della catena cinetica cervicobrachiale, anche in questo caso è fondamentale ricercare eventuali segni di lassità.

CATENA CINETICA ARTI SUPERIORI

Dovrebbe essere rilevante l’analisi della postura anche in fase dinamica e in particolare durante il gesto atletico, tuttavia questo tipo di analisi richiede l’utilizzo di sistemi costosi di analisi del movimento e di medici specialisti in materia; in ogni caso l’analisi di un medico esperto in posturologia può fornire dei dati indiretti importanti sul tipo di alterazione posturale che eventualmente si verifica durante il gesto atletico.
Tuttavia è necessario ricordare che agire sulla postura dal punto di vista terapeutico è utile solo se la alterazioni posturali sono la causa principale o predisponente di infortuni o di patologie dolorose ricorrenti.
Affascinante è inoltre il ruolo della terapia posturale nella prevenzione di nuovi infortuni.

BIBLIOGRAFIA

  1. F. Kendall, E. Kendall McCreary: I muscoli. Funzioni e test con postura e dolore – Verduci Editore, 2005
  2. K. Porter: Colonna vertebrale senza età. Vita sana e invecchiamento sereno grazie a una postura corretta. Dall’infanzia all’età adulta – Macro Edizioni, 2010
  3. G. Bersi: La prevenzione attiva del dolore lombare. Gli automatismi necessari per il controllo attivo della stabilità e della postura vertebrale – L. Editrice, 2009

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