Federazione Italiana Wheelchair Hockey
Antonio Spinelli – Presidente FIWH

L’idea di poter consentire la pratica sportiva a ragazzi colpiti da distrofia muscolare poteva sembrare un’utopia. L’Hockey in carrozzina elettrica ha invece risolto questo problema

Nazionale Italiana Electric Wheelchair Hockey (Mondiali 2004)

Il Wheelchair Hockey è una disciplina sportiva rivolta principalmente ad atleti con Distrofia Muscolare. Una patologia gravemente invalidante e presente in un numero svariatissimo di forme. Il denominatore comune in tutte queste forme è l’indebolimento muscolare progressivo. Con queste premesse, l’idea di poter consentire la pratica sportiva a ragazzi con lo stesso problema genetico (la limitata forza fisica), ma con aspetti e potenzialità diversissime tra loro, poteva sembrare un’utopia.

DISTRIBUZIONE DELLA FORZA IN FUNZIONE DELLA DIVERSA PATOLOGIA
VALUTAZIONE DINAMOMETRICA DEI MM.DELL’AVAMBRACCIO (Dati raccolti da Sergio Lupo – 2005)
(Legenda: D/A = Distrofici/Atrofici)

L’Hockey in carrozzina elettrica ha invece risolto nel migliore dei modi questo problema, consentendo di giocare nella medesima squadra, partecipando in maniera corale all’azione, sia a ragazzi che riescono a colpire la pallina utilizzando la forza del braccio [scopo raggiunto tramite una mazza (H-STICK) in materiale plastico], sia a ragazzi che riescono ad impiegare la forza unicamente per azionare il comando della carrozzina.

H-STICK

Quest’ultimo risultato viene essenzialmente raggiunto grazie all’utilizzo di un semplice attrezzo: lo “stick” (T-STICK), che applicato alla pedana della carrozzina, permette di colpire e di indirizzare la pallina.

T-STICK

In questo modo non si esclude nessuno, tutti possono partecipare. Anzi da qualche anno si è dato spazio anche ad atleti con malattie neuromuscolari (tipo tetraplegia, atrofia, ecc.) per consentire un maggior coinvolgimento a questa disciplina.
Il Wheelchair Hockey ha le sue origini in Olanda dove, dopo alcuni tornei organizzati per promuovere la disciplina, nel 1982 viene disputato il primo campionato ufficiale. In Italia questa disciplina si affaccia nel 1991 per iniziativa del gruppo giovani della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e, un po’ come in Olanda, dopo vari tentativi attraverso tornei e manifestazioni varie, nel 1996 si disputa il 1° Campionato Nazionale.
Oggi è da poco terminato il 10° Campionato Italiano, al quale hanno partecipato 13 squadre con 130 atleti tesserati.

SKORPIONS VARESE Campione d’Italia 2004-2005

Che cos’è la FIWH?

È la Federazione che rappresenta tutte le squadre di hockey su carrozzina elettrica attive nel nostro paese. Costituita nel 2003, nello stesso anno ottiene il riconoscimento della Federazione Italiana Sport Disabili (FISD), ora divenuta CIP (Comitato Paraolimpico Italiano) e subentra alla W.H.L. (Wheelchair Hockey League) costituita con gli stessi scopi nel 1995.
Ma l’attenzione di tutti è senz’altro rivolta ai Campionati Europei, l’evento clou di questa stagione sportiva. Il Comitato Organizzatore è al lavoro da molti mesi ed in prossimità dell’evento prendono forma e sostanza i vari settori organizzativi. Dalla gestione sportiva delle gare (Responsabile Riccardo Rutigliano), all’organizzazione logistica (Responsabile Giovanni Preiti) per finire alla Segreteria Generale (Responsabile Andrea Venuto). A loro si uniranno le decine di volontari o responsabili di singoli settori che non faranno certamente mancare il proprio apporto. Un fondamentale sostegno organizzativo è dato dal Comune di Roma e dalla Trambus, che metterà a disposizione, gratuitamente, 20 pulmini attrezzati per gli spostamenti.
Sette le nazionali che interverranno in rappresentanza di: Olanda, Germania, Belgio, Finlandia, Danimarca, Repubblica Ceca e, naturalmente, Italia.
È inutile nascondersi, gli azzurri di mister De Santis sono chiamati a riscattare la mancata partecipazione alla finalissima degli scorsi Mondiali di Helsinki (Giugno 2004). Abbiamo tutti i mezzi e le forze per centrare questo prestigioso traguardo. Una conferenza stampa presso la sede di svolgimento delle gare, pochi giorni prima dell’evento e alla presenza del Sindaco di Roma, Veltroni, presenterà a stampa e tv la manifestazione. Un evento che ricorderemo a lungo e che rappresenterà per la stessa FIWH un importante riconoscimento istituzionale, ma soprattutto la consacrazione di una disciplina sportiva che da 10 anni portiamo in giro per l’Italia e che, senza presunzione, ci appartiene di diritto avendola vista nascere, crescere, superare mille difficoltà ed oggi riemergere ottenendo il riconoscimento che merita. Un traguardo raggiunto grazie al lavoro “sotterraneo” di dirigenti e famigliari che, con passione ammirevole, seguono i propri figli in ogni parte d’Italia. E se continuano ad arrivare segnali di nuove squadre che vanno formandosi in varie città italiane, forse vuol dire che il nostro lavoro raccoglie i suoi frutti.

OLANDA: ORO
GERMANIA: ARGENTO
ITALIA: BRONZO

10 anni di sport per gli “Altri”

“Dieci anni di sport per gli Altri …” recita lo slogan del Decennale. Dieci anni di presenza sul territorio nazionale ed internazionale a sostegno del Wheelchair Hockey. Una realtà che ha ormai conquistato un posto prestigioso nel panorama sportivo nazionale. Dieci anni di sport rivolto agli “Altri” con la “A” maiuscola, volutamente, a significare che per noi non esistono sportivi di serie A o B.

Per saperne di più …

Per maggiori informazioni sul mondo del Wheelchair Hockey e sulle attività ci si può collegare al sito ufficiale www.fiwh.it (stiamo cercando di formare nuove squadre in Toscana, Puglia, Calabria, Umbria, Abruzzo, Friuli‑Venezia Giulia, Veneto, Campania, Molise).
Chiunque volesse, invece, sostenerci economicamente può inviare una e‑mail a: presidenza@fiwh.it

LINK
http://www.uildm.org/
http://www.distrofici.it/
http://www.parentproject.org/Italia/

Una mazza per tutti
(di Giovanni Preiti)

Uno degli strumenti fondamentali, alla base del Wheelchair Hockey è senz’altro il cosiddetto: “T-STICK”, semplicemente detto, in Italia, stick. In inglese con la parola stick normalmente si indica la mazza, da cui la traduzione è molto semplice: “”mazza a forma di T”. Secondo il regolamento lo stick deve essere di materiale non trasparente con una lunghezza massima di cm. 30 e un’altezza massima di cm. 10.

T-STICK

A questo possono essere attaccate una coppia di “alette” fissate, rispetto alla parte centrale, con un’angolazione compresa tra 75 e 90 gradi e il punto di attacco tra la parte centrale e le alette può essere ovunque.
Questo strumento ha consentito anche a quegli atleti che non hanno la forza e la capacità di stringere una mazza di poter giocare a Wheelchair Hockey. Ma è molto di più di uno “stratagemma” per poter giocare, è un vero e proprio strumento tecnico che consente gesti tecnici che con la mazza non si possono realizzare. Grazie alla sua forma consente un controllo e protezione della palla che con la semplice mazza non si può effettuare, consente quindi di portar palla con una certa sicurezza. Il suo uso non è solo limitato al controllo, ma sfruttando l’inerzia del movimento della carrozzina consente sia di passare che di realizzare addirittura delle segnature.
Nel nostro campionato spesso viene adottato in difesa, visto che consente una discreta opposizione alle mazze, sia nell’intercettare passaggi che tiri in porta. La regola che non consente alla pallina di essere giocata ad un’altezza superiore ai 20 cm consente agli “sticks” di essere protagonisti del gioco alla stregua delle “mazze“. Inoltre è lo strumento in dotazione ai portieri e quindi fondamentale per il nostro gioco.
Da alcuni anni, la Federazione Internazionale, ha adottato la regola tutta italiana, di adottare in campo, oltre a naturalmente il portiere, uno stick “di movimento” riconoscendone così definitivamente la grande importanza tecnica.
In questi ultimi anni, si sta anche perfezionando un modello elettrico in grado di realizzare l’unico gesto tecnico che lo rendeva inferiore ad una mazza: “il passaggio”; con il perfezionamento di questi stick, probabilmente riusciremo a portare atleti fino ad oggi meno considerati, al livello dei migliori atleti dotati di mazza, se non addirittura ad uno superiore.

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