Lino Di Rienzo Businco
(Otorinolaringoiatra, Audiologo – Dirigente U.O. Otorinolaringoiatria, Ospedale S. Spirito, Roma)
L’otorinolaringoiatria ha subito una vera e propria rivoluzione negli ultimi 7-10 anni, grazie all’introduzione di nuove tecnologie in ambito diagnostico e terapeutico che hanno radicalmente rivoluzionato in chiave mini-invasiva l’agire quotidiano negli ambulatori e nelle sale operatorie, come ci spiega il Professor Lino Di Rienzo Businco.
Tali innovazioni, ormai di impiego routinario, hanno modificato l’approccio a numerose patologie con un ampio impatto epidemiologico e sulla qualità della vita dei pazienti, quali ad esempio le otiti catarrali recidivanti e le sinusiti; veniamo alla descrizione delle novità per la cura delle otiti e delle sinusiti.
Il ripetersi ravvicinato di episodi di otite, in special modo di quelle associate alla iperproduzione catarrale, riconosce molto spesso come causa un cattivo funzionamento della tuba di Eustachio; questa è una condizione di frequente riscontro in età pediatrica, ma che può persistere anche nell’adulto.
I sintomi principali sono il senso di pressione auricolare, ripienezza uditiva, sino a vero e proprio dolore dell’orecchio. I rischi più temibili dell’ostruzione tubarica causati dalla difettosa ventilazione dell’orecchio medio, sono lo sviluppo di otite catarrale cronica secretiva e la riduzione uditiva permanente.
Le terapie mediche e insufflazioni termali sono state e sono tuttora utilizzate con modesti risultati sui sintomi e soprattutto efficacia transitoria.
Quali sono le novità per evitare interventi chirurgici cruenti sull’orecchio?
Abbiamo recentemente introdotto in Italia una tecnica di tubo dilatazione con palloncino eseguita con tecnica endoscopica con numerose evidenze di efficacia, derivata dalle prioritarie esperienze delle angioplastiche e dai positivi risultati ottenuti dalla sinuplastica dilatativa. Sempre di recente è stata descritta l’efficacia di una nuova forma di energia che non produce danno termico denominata Risonanza Quantica Molecolare (RQM), sulla riduzione volumetrica dei turbinati inferiori, che impieghiamo in associazione alla tubo dilatazione per sgonfiare l’apertura nasale della tuba uditiva e garantire un buon rifornimento di aria dal naso all’orecchio medio.
Che tipo di risultati si sono ottenuti?
I pazienti trattati recuperano rapidamente una corretta ventilazione dell’orecchio, con liberazione dal ristagno di catarro timpanico e risoluzione delle difficoltà di compensazione ai cambi di altitudine o nelle immersioni subacquee. La procedura di tubo dilatazione balloon e contestuale decongestione tubarica, attraverso una sondina sottile come un capello ed una microtelecamera collegata ad un endoscopio, consente con un’unica applicazione un efficace trattamento mini invasivo e completo della disfunzione tubarica, mediante azione combinata su entrambe le componenti ostruttive alla base del disturbo.
Oltre al dolore, quali sono i sintomi della sinusite?
I sintomi più frequentemente riferiti dal paziente sono ostruzione nasale, secrezione muco – catarrale nasale giallastra o francamente purulenta e verdastra, senso di peso/pressione della faccia e dei seni coinvolti (fronte, guancia) sino a una vera e propria cefalea, il classico scolo di muco retronasale.
Quali sono le novità per i casi in cui è indicato l’intervento chirurgico?
L’approccio chirurgico, oggi più che mai, deve essere mini-invasivo e massimamente conservativo. La chirurgia della rino – sinusite deve mirare esclusivamente alla canalizzazione delle aree chiave degli osti e alla toilettesinusale con bonifica del muco ristagnante, senza trascurare l’eventuale decongestione, sempre mini-invasiva e massimamente conservativa, dei turbinati ipertrofici che, ostacolando il drenaggio dei seni, ne neutralizzerebbero gli effetti positivi. Per confermare la diagnosi ed eseguire una corretta programmazione chirurgica, è oggi essenziale uno studio pre-operatorio del paziente con TC spirale o cone-beam (TC a bassa dose radiante).
Anche per le sinusiti è possibile intervenire con la sonda dilatativa a palloncino?
Recentemente, una nuova tecnologia americana d’avanguardia per il trattamento delle rino sinusiti croniche con ristagno di muco all’interno dei seni paranasali è stata introdotta ad integrazione o, spesso, in sostituzione della classica FESS (Chirurgia Endoscopica Funzionale dei Seni Paranasali).
Si tratta appunto della sinuplastica dilatativa, realizzata anche qui mediante un palloncino (balloon) che viene gonfiato all’interno del seno coinvolto dall’infiammazione, consentendo in questo modo il rapido drenaggio e la guarigione della sinusite stessa.
È una metodica indolore e minimamente invasiva, che possiamo definire di “chirurgia gentile”, in luogo della più generica dizione di “chirurgia”, che evoca, consciamente o inconsciamente, immagini cruente.
La metodica, infatti, non prevede né tagli, né applicazione di tamponi nasali, né perdita di sangue, riducendo così al minimo i disagi per il paziente. La sinuplastica ha rivoluzionato i vecchi interventi che erano molto invasivi e ad alto impatto intra e postoperatorio per il paziente; interventi che, erano spesso rifiutati dai pazienti, specie in età pediatrica.
L’otorinolaringoiatra effettua una dilatazione delle aperture naturali dei seni paranasali attraverso il gonfiaggio a pressione di un palloncino specifico. Questa apertura funzionale degli osti dei seni consente il rispetto della mucosa circostante – che non viene in alcun modo tagliata o strappata – e ripristina senza rischi il corretto drenaggio sinusale e la sua ventilazione.
Un ulteriore sviluppo di questa tecnologia ci consente oggi di lasciare all’interno del seno trattato un sottile palloncino, lo stratus, che contiene una riserva di farmaco steroideo a lento rilascio: un vero e propriostenting che mantiene aperti gli osti ottenuti dopo la sinuplastica dilatativa, facilmente rimovibile in ambulatorio dopo 28 giorni.
La tecnologia dilatativa a palloncino, come detto, può essere impiegata da sola o integrata, se necessario, nell’ambito di un trattamento endoscopico FESS, con i microdebrider (piccole frese rotanti aspirative per l’asportazione dei polipi) o con la tecnologia a Risonanza Quantica Molecolare (RQM) per la decongestione dei turbinati, che impiega solo fasci di radiofrequenze in grado di generare l’effetto della “risonanza” sui legami molecolari senza causare il relativo danno mucoso, e quindi senza sangue ne tamponi.
Esistono metodi per prevenire e curare con farmaci la sinusite?
L’automedicazione del paziente senza consultare l’otorino, unita all’abuso di spray nasali da banco, sono il principale rischio per una ritardata diagnosi che porta al coinvolgimento più esteso di un maggior numero di seni, e per questo motivo la prima cosa da evitare. È pertanto essenziale instaurare con tempismo le terapie mediche specifiche locali o generali per il tipo di sinusite presentata – quali farmaci steroidi, antistaminici, fluidificanti, antibiotici, lavaggi termali – per arginare il processo infiammatorio sinusitico sul nascere.
Ci sono nuove metodiche mini invasive anche per chi soffre di turbinati ipertrofici, spesso associati alle sinusiti?
In passato i turbinati venivano bruciati o addirittura tagliati con forbici e bisturi, quando non se ne conoscevano a pieno le loro utili funzioni. Oggi eseguiamo invece trattamenti molto conservativi per la riduzione del volume dei turbinati senza tagli nè suture e soprattutto senza sanguinamenti e quindi senza i fastidiosi tamponamenti nasali di una volta. A tale scopo adoperiamo l’energia a radiofrequenze di terza generazione RQM, in grado di “sgonfiare” con una singola applicazione il turbinato ingrossato senza traumi mucosi e senza dolore, con un veloce trattamento di day-hospital.
L’integrazione di tutte queste nuove tecnologie, in conclusione, consente la risoluzione integrata della gran parte dei disturbi respiratori dei pazienti adulti o bambini senza rischi, con basso impatto sulla loro qualità della vita e rapido recupero ad una vita sociale attiva.
Bulla etmoidale pervia e libera da muco dopo rimozione di stratus-spacer
Manipolo a Risonanza Quantica Molecolare (RQM) per la decongestione endoscopica dei turbinati
Ipertrofia dei turbinati prima dell’applicazione di RQM
Turbinato ridotto di volume dopo la decongestione RQM
Schema della tubo dilatazione con palloncino
Introduttore tubarico endoscopico del balloon
BIBLIOGRAFIA
Prof. Lino Di Rienzo Businco
Dirigente U.O. Otorinolaringoiatria, Ospedale S. Spirito, Roma
WEB: http://www.businco.it/sito/
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