Questo è uno schema di quello che dovrebbe essere conosciuto da un buon allenatore, per soccorrere adeguatamente un atleta quando non è presente il medico: spesso, prestare correttamente il primo aiuto evita l’aggravarsi del danno subito dall’atleta.
TRAUMA CRANICO
Ogniqualvolta un giocatore subisca un colpo alla testa, anche non particolarmente forte, bisogna controllare, subito dopo il trauma ed alla fine della partita, alcuni sintomi che ci possono facilmente indicare l’eventuale gravità delle condizioni: la riduzione dello stato di coscienza o del grado di collaborazione, il disorientamento nello spazio e nel tempo, l’amnesia riguardante il trauma, il vomito, l’alterazione delle risposte motorie degli arti, le pupille di diametro diverso, i movimenti oculari non coniugati o un deficit visivo, l’asimmetria della bocca. La comparsa anche di uno solo di questi sintomi obbliga all’immediato trasporto in un Pronto Soccorso. È inoltre possibile la comparsa tardiva di una sintomatologia dopo un trauma cranico, anche dopo diverse ore: anche in questo caso è indispensabile il Pronto Soccorso.
TRAUMA ADDOMINALE
Oltre ai segni cutanei evidenti e ad eventuali problemi di respirazione, esiste la possibilità di una emorragia interna, che si può verificare anche dopo alcune ore: dolenzia dell’addome, anche senza contrattura della parete e modificazioni progressive del polso e della pressione arteriosa: il polso diventa più frequente e più fievole. Più grave e per fortuna rara l’evenienza di una perforazione di alcuni visceri: contrattura della parete addominale, precoce e costante, insieme ad un fortissimo dolore: il ricovero deve essere immediato, non vanno somministrati mai analgesici o antispastici. Nel caso di una contusione renale, spesso si ha l’emissione di urine più o meno rossastre: anche in questo caso l’atleta deve essere trasportato al Pronto Soccorso.
TRAUMA TORACICO
Può raramente provocare rottura di vasi sanguigni o problemi ai polmoni con conseguente difficoltà respiratoria. Oltre al dolore, il soggetto può diventare cianotico o al contrario pallidissimo, si può notare un anormale riempimento delle vene del collo e dei vasi sanguigni degli arti superiori, movimenti anomali di segmenti della parete toracica, che possono essere contrari all’espansione durante l’inspirazione, o un intenso sforzo respiratorio senza espansione della gabbia toracica. Alla comparsa di uno di questi segni, l’atleta deve essere trasferito con urgenza in Pronto Soccorso.
CONTUSIONE
È provocata da un trauma che non causa una rottura della pelle, provoca solo una lesione delle parti molli sottostanti; a seconda della gravità, si consiglia: 1° grado: rottura dei vasi superficiali –> crioterapia 2° grado: rottura dei vasi di maggior calibro –> evacuazione chirurgica 3° grado: compromissione della circolazione –> trattamento adeguato. Nelle contusioni del piede, in caso di forte dolore resistente alla crioterapia, si consiglia sempre di accompagnare l’atleta ai bordi del campo, togliere la scarpa ed il calzettone e valutare meglio la lesione. Soprattutto se il trauma ha interessato la parte anteriore del piede (falangi e metatarsi) va esaminato con più calma, ricercando eventuali segni di frattura. È sempre utile valutare la sensibilità del dorso del piede e la mobilità delle dita. Nelle contusioni della gamba, nella sede del dolore, si deve ricercare la presenza di eventuali lacerazioni muscolari. Nelle contusioni al ginocchio, per controllare l’efficienza dell’apparato estensore, si fa sollevare l’arto a ginocchio esteso, anche contro resistenza. In caso di traumi nelle zone laterali, bisogna effettuare una flessione attiva contrastata del ginocchio con intrarotazione od extrarotazione della tibia. In generale, in tutti i casi di contusione, è fondamentale constatare che tutti i movimenti siano possibili, attivamente e contro resistenza. Se tutto appare a posto, si invita l’infortunato a flettere e a estendere il piede e/o il ginocchio, poi ad alzarsi in piedi sulle punte: se questo è possibile e non eccessivamente doloroso, lo si può far riprendere il gioco.
FERITA
È una lesione della pelle e delle parti molli sottostanti, nella maggior parte dei casi è del tipo lacerocontusa. Può essere superficiale o profonda. Superficiale (anche abrasione): pulizia, disinfezione, protezione con adeguata copertura. Profonda: spesso richiede dei punti di sutura; sul campo bisogna tamponare l’emorragia: compressione del punto che sanguina, a monte; applicare eventualmente un laccio emostatico; tenere l’arto sollevato.
LESIONE MUSCOLARE ACUTA
Trauma diretto o brusca trazione che agisce sul muscolo in fase di contrazione, causando la rottura di un numero variabile di fibre muscolari: pertanto, a seconda del numero di fibre muscolari coinvolte, si parlerà di distrazione, stiramento, strappo, rottura muscolare. Eventuali zone di avvallamento muscolare sono apprezzabili solo nel caso di lesioni di una certa importanza e sono messe maggiormente in evidenza dalla contrazione del muscolo medesimo. Il dolore viene esacerbato dai movimenti di contrazione attiva contro resistenza. Il trattamento : riposo, crioterapia, antiflogistici, miorilassanti.
LESIONE TENDINEA ACUTA
Interruzione parziale o completa del tessuto tendineo, per trauma diretto (calcio o caduta di un altro giocatore) o indiretto (violenta trazione). Ghiaccio ed evitare il carico. Se la lesione riguarda il tendine di Achille, mantenere un lieve equinismo, ossia bendare il piede tenendo la punta leggermente rivolta verso il basso.
DISTORSIONE
Avviene quando i movimenti articolari vengono sollecitati oltre i limiti fisiologici, si ha lesione delle strutture legamentose o capsulari senza perdita dei rapporti tra i capi articolari. 1- Lieve o 1° grado: solo alcune fibre del legamento sono rotte. Trattamento solo antalgico ed eventuale breve immobilizzazione, anche con bendaggi appropriati. 2- Moderata o 2° grado: interrotta una maggiore porzione di legamento. Bisogna tutelare l’articolazione colpita e mantenerla in posizione corretta, oltre ad assumere antinfiammatori ed antidolorifici, locali o per via generale. 3- Grave o 3° grado: interruzione completa del legamento. Trattamento chirurgico se si vuole ottenere la restituzione completa della funzione. È importante valutare, nei limiti del possibile, i segni di instabilità e/o l’accentuazione oltre i limiti fisiologici del movimento dell’articolazione. Nel ginocchio, se l’estensione non è completa, può trattarsi di un blocco articolare meccanico da lesione meniscale. In ogni caso va applicato il ghiaccio e va evitato il carico. Non vanno mai applicati bendaggi compressivi, onde evitare complicazioni vascolari o nervose che potrebbero insorgere per l’ematoma e l’edema nella regione.
LUSSAZIONE
Perdita completa dei rapporti tra i capi articolari, che provoca una deformità locale di solito evidente; se la perdita dei rapporti è solo parziale, si parla di sub-lussazione. Le più frequenti sono la scapolo-omerale, la acromion-clavicolare e quelle riguardanti le dita delle mani. In ogni caso va applicato il ghiaccio e va evitato il carico. è utile contenere l’arto nella posizione di difesa, di solito già assunta spontaneamente; nel caso di lussazione della spalla si può applicare una bretella a triangolo. Non cercare mai, in nessun caso e per nessuna articolazione, di ridurre da soli una lussazione: andrà fatto in ospedale, eventualmente dopo aver fatto le radiografie del caso.
FRATTURA
Interruzione della continuità dell’osso: può essere completa, incompleta o parcellare, composta o scomposta, chiusa o esposta. I segni classici sono la deformità e la mobilità preternaturale; oppure si possono riscontrare scalini o avvallamenti importanti, per allontanamento dei frammenti di frattura, nella zona del trauma o anche a distanza (rare fratture da trauma indiretto); in molti casi l’infortunato riferisce di aver sentito un “crack”. Ghiaccio ed evitare il carico. Si può immobilizzare l’arto con un tutore idoneo se è disponibile, se no si cerca di posizionarlo nella maniera più sensata, sostenendolo ai due estremi, evitando angolazioni di frammenti o abnormi rotazioni; non cercare mai di ridurre da soli una frattura scomposta: andrà fatto in ospedale dopo aver eseguito le radiografie. In ogni caso, se esiste il sospetto di una frattura, bisogna comportarsi come se la frattura ci fosse: i nostri giocatori hanno bisogno di essere tutelati da ogni rischio di leggerezza o superficialità nella valutazione delle lesioni.
CRAMPO
Contrazione massimale involontaria, più o meno dolorosa, che insorge di solito quando il muscolo è stanco o poco allenato; il trattamento consiste nell’allungare i fasci muscolari, per far cessare la contrazione: bisogna fare delle pressioni sul muscolo, cercando progressivamente di distenderlo, massaggiandolo sempre più in profondità. Non si deve usare il ghiaccio.
CONTRATTURA
Rappresenta uno stato di contrazione muscolare, di natura antalgica, caratterizzato da una perdita di elasticità e non da una contrazione muscolare massimale caratteristica del crampo. Non si deve usare il ghiaccio.
EPISTASSI
Fuoriuscita di sangue dal naso, di solito a causa di un trauma: l’atleta deve stare seduto con la testa piegata in avanti e comprimere con forza le narici; eventualmente, se non passa nel giro di pochi secondi, si può applicare un tampone emostatico.
COLPO DI SOLE
Avviene per azione diretta del sole, che provoca un’irritazione delle meningi. I sintomi che compaiono progressivamente sono: inquietudine, cefalea, nausea, vomito, vertigini, rigidità nucale, confusione mentale. Il trattamento consiste nel trasporto in un luogo fresco; poi bisogna slacciare tutti i bottoni e le cerniere, applicare impacchi di freddo, mettere eventualmente il paziente in posizione di sicurezza e accompagnarlo per un controllo medico comunque, anche se si riprende subito e completamente. Per prevenzione si consiglia di tenere il capo coperto quando le condizioni atmosferiche lo richiedano, o in alternativa tenere la testa bagnata. Può colpire anche il portiere o giocatori in panchina ed è indipendente dallo sforzo.
COLPO DI CALORE
Può colpire anche atleti all’ombra, quando ci sia un clima umido e afoso, è favorito dalla stanchezza e da un ambiente affollato. Il volto diventa accaldato, congestionato, la pelle si fa calda e secca, compare cefalea, nausea e confuzione mentale. Il trattamento è simile a quello del colpo di sole.
Alcune Società Sportive domandano che cosa debba essere contenuto nelle borse di Pronto Soccorso da tenere in palestra o a bordo campo durante gli allenamenti e le partite. Pertanto descriviamo che cosa è contenuto nelle borse di Pronto Soccorso in dotazione ai medici quando effettuano le assistenze gara. Tali borse sono indicate come “Borsa per il medico”, poiché contengono tutta una serie di farmaci che ovviamente possono essere utilizzati solo da personale medico. In alternativa viene elencato successivamente il materiale minimo da inserire nella borsa da tenere comunque a bordo campo e che può essere utilizzata come primo intervento, in caso di trauma, da qualsiasi dirigente che abbia un minimo di competenza (a questo proposito, consultare anche il capitolo “Primo soccorso”).
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